venerdì 5 luglio 2013

Ieri che sei tornato

Due mesi fa mi avevi chiesto scusa.
Mi avevi ascoltata anche se un po' di fretta.
Avevi chiesto di me.
Due mesi fa sei andato via che sembrava non ti importasse granché e quanto ti ho detto "Non vorrei che adesso buttassimo via tutto" hai risposto "Sì", senza che io avessi idea di cosa volesse dire.

Se voleva dire "Ripasserò e ti racconterò senza che tu debba chiedere, ci berremo un bicchiere seduti su un cornicione sporco ma bello, ti toccherò i capelli e dirò che mi piace quando ridi così vedrò di farti ridere il più possibile e torneremo a casa contenti, almeno questa volta, di essere stati così dall'inizio alla fine", hai fatto bene a dire solo "Sì"; perché tanto non ci avrei mai creduto.

Come sempre, ti avevo sottovalutato, M.

mercoledì 3 luglio 2013

Troppi perché

Perché quando qualcuno si avvicina è sempre difficile.
L'equilibrio sono gli amici e le loro birre, annoiati dai discorsi da donna e tornare di corsa a parlare di palestra, prendere in giro S., decidere se quella tipa è figa o no e A. con chi sta uscendo adesso?, G. che fa ridere come nessun altro, R. che ti ricorda il bello delle persone nuove e facili, ascoltare chi suona in giro quando è sera e tutti stanno bene, tornare a casa.
Le cose belle sono le compagne di squadra e le amiche, i messaggi a scrivere robaccia e tutte le volte che sbagli destinatario fai figuracce, le sere con un bicchiere per strada che sia vino o che sia acqua, "Lo senti ancora M.?" e sì, lo senti il giusto per lasciarlo andare senza che se ne accorga o senza che te ne accorga tu.
La parte facile è non pensare al tempo e credere di poter salirci sopra come fosse una giostra a metà giro: dai, che il coraggio di saltare devi trovarlo.
E il campo da gioco, il tramonto lì è bello come è bello solo nelle cartoline, ridatemi il fango che mi manca già.

Chi passa di sfuggita, chi arriva per restare a dividere una torta o un pomeriggio, una notte in piazza o una gara di bestemmie, una chiaccherata che non ti aspettavi, un racconto di cui essere grati è sempre qualcuno che fa contenti.

Chi arriva come una stagione nuova a riaprire vecchi armadi, chi ti ricorda per un momento che ci sono altre cose, è difficile.

Ci sono un po' di baci lungo una strada, quattro chiacchere che sembrano un prodigio ma è perché ci credi tu, una faccia nuova vicino alla tua che sul serio: ti sembra di conoscerla da sempre e come sempre la guardi meglio e capisci che siete solo sconosciuti.
Ci sono confidenze esagerate che era presto per fare, momenti di slancio e che bello avere la voglia diversa di vedere qualcuno!, messaggi che cancelli tutti perché sì, perché vanno dimenticati e piccoli ricordi belli ai quali non pensare più.
Getta via tutto: è solo un gelato venuto male, non sei fatta per questo, non sei capace di tranquillità.
Rompi quello che c'è, rompi tutto quello su cui puoi mettere le mani poi guarda i cocci e pensa che è andata, purtroppo è successo e non si può fare altro, se non ha retto la caduta non andava bene e basta, buttare via.
Fa così: arrabbiati per un motivo sciocco e poi non dovrai ammettere che faceva solo paura, che potresti non reggere, che è inutile perdersi ancora in qualcuno o solo vagamente rischiare, che poi se ne va; sfianca l'avversario come sai fare tu e vedrai che non rimarrà, mostra il peggio e aggiungi parole a caso.
Vedrai che funziona.

Cuciti una condanna su misura: l'avrai scelta del tuo colore preferito e potrai indossarla sempre, è materiale tossico di prima qualità e durerà a lungo.
Lascia avvicinare solo le zanzare.
Poi dormi, prega un sonno denso e senza sogni, archivia quello che non riesci a cancellare e torna dai tuoi amici, torna a giocare.